Come vincere le elezioni

Un interessante articolo di Jacopo Fo comparso su “Il Fatto Quotidiano” on-line del 20 agosto 2010.

*Quando hai escluso le possibilità possibili restano solo le possibilità impossibili.

Ti risparmio deprimenti analisi sulla situazione.

Credo che anche un eschimese sappia che rischiamo seriamente di vedere B. rivincere, l’altra possibilità è che vinca un’alleanza contronatura da Fini a D’Alema: tutti insieme pur di battere il Mostro. Farebbero un governo paralizzato che non sarebbe certo capace di affrontare i problemi drammatici che il Sistema Italia ha davanti.

Queste ipotesi sarebbero entrambe un disastro e un trionfo della Casta. Mi chiedo quindi: esiste un’altra possibilità?

In effetti esiste un’altra eventualità anche se presenta molte difficoltà.

Esiste un grande popolo progressista, migliaia di associazioni locali per la difesa del territorio, delle minoranze, per la promozione della cultura creativa e non violenta, gruppi di acquisto, cooperative sociali, volontariato, imprese etiche gruppi creativi. Un grande movimento che trova la sua unità in obiettivi concreti, battaglie che coinvolgono le persone sui problemi quotidiani.

Si calcola che in Italia vi siano alcuni milioni di persone che praticano una resistenza costante al sistema dominante e cercano di costruire momenti di vita alternativa.

Molte di queste persone aderiscono poi individualmente al PD, all’IDV, Verdi, Comunisti, Rifondazione, sinistra extraparlamentare, movimento di Grillo e ad altri gruppi progressisti.

Se esistesse uno schieramento elettorale che unisse tutte le associazioni e i raggruppamenti di base ci sarebbero molti che non votano più che lo voterebbero insieme a molti altri che oggi scelgono questo o quel partito del centro sinistra.

Penso a una lista di candidati scelti nella società civile, senza i vecchi leader politici.

Ma perché nasca e si sviluppi una simile forza politica ci vorrebbe troppo tempo e molto probabilmente di tempo non ne abbiamo. Soprattutto se si votasse entro la primavera.

Quale possibilità resta?

Nessuna.

A meno che…

C’è un punto di forza che potrebbe veramente portare a un rinnovamento politico.

Come ho detto dentro ai gruppi di base i militanti dei diversi partiti e movimenti progressisti vanno a braccetto, ogni giorno riescono a mettersi d’accordo su questioni concrete e a lottare assieme.

Che cosa succederebbe se queste persone portassero una proposta nuova all’interno dei partiti dei quali fanno parte?

Innanzi tutto c’è da dire che nei gruppi di base troviamo persone di grande valore che poi hanno una certa influenza nella sezione del loro partito politico.

Non sono militanti qualsiasi.

E mi chiedo: potrebbero riuscire a far passare nelle loro sezioni l’idea di liste di unità nazionale con dentro solo tecnici e persone di chiara fama e specchiata onestà provenienti dalla società civile? (i politici facciano un passo indietro)

Che cosa succederebbe se si presentassero mozioni in questo senso in tutte le sezioni chiedendo che vengano messe ai voti?

Che cosa succederebbe se si riuscissero a realizzare delle primarie di coalizione nelle quali si presentasse un candidato premier non proveniente dai partiti ma di grande spessore, che fosse portatore della proposta di liste senza politici?

Io credo che una simile proposta elettorale sarebbe la sola capace di sparigliare le carte e di far nascere un soggetto veramente nuovo, quello che il PD non ha saputo essere, nonostante l’impegno di tanti militanti di base.

Credo che una lista della società civile potrebbe unire chi è contro B., vuole il cambiamento, non ne può più del sistema dell’inciucio. E potrebbe portare al voto buona parte di quel 30% di non votanti. E potrebbe pescare voti a sinistra e a destra. E potrebbe vincere le elezioni.

Ovviamente se si tratta solo di un cambio di candidati non basta.

Bisognerebbe dare un grande segnale di cambiamento del metodo.

I programmi dei politici sono sempre belli, prima delle elezioni, poi in parlamento le leggi che passano sono altre, vedi Prodi che invece di cancellare le leggi pro B. fa l’indulto.

Ci vorrebbe un programma di governo che non enuncia principi vaghi, lasciando ai partiti il compito di mettersi d’accordo sulle leggi da votare in Parlamento, dopo le elezioni.

Perché non facciamo, una volta tanto, un programma elettorale con le leggi già scritte come verranno presentate e le date nelle quali verranno presentate? Cioè veri impegni con gli elettori non promesse vaghe.

E non sarebbe neanche difficile riuscirci.

Quando mia madre era senatrice realizzammo una ricerca e scoprimmo che sono giacenti al Parlamento, da anni, una serie di disegni di legge eccellenti. Molte di queste proposte legislative sono di una semplicità incredibile e produrrebbero un immediato, concreto, profondo, cambiamento del Sistema Italia.

Faccio un esempio. La lentezza del sistema giudiziario dipende in buona parte da una serie di procedure demenziali.

Ad esempio il meccanismo di notificazione delle convocazioni degli imputati ai processi. Se l’imputato non si fa trovare si deve rimandare l’udienza. Da anni giace una proposta di legge dei senatori D’AMBROSIO, FINOCCHIARO, SALVI, BRUTTI, che propone la possibilità di notificare la convocazione direttamente presso l’avvocato dell’imputato.

Secondo gli estensori della proposta questa semplice modifica, che tra l’altro produrrebbe un immediato risparmio di denaro e energie con una spesa di zero euro, produrrebbe una velocizzazione dei tempi giudiziari del 15%. I processi durerebbero, da subito, di meno!

Tre anni fa selezionammo 10 di questi disegni di legge, già belli scritti e presentati, e tentammo di lanciare una campagna di pressione perché venissero approvati immediatamente.

Riguardavano il risarcimento dei danni ambientali e delle vittime, le Class Action (la proposta fu poi massacrata e divenne la presa per il sedere che abbiamo ora), il sequestro dei beni mafiosi, la sicurezza del lavoro, l’amianto.

Tutte leggi a costo zero, tutte leggi di semplice buon senso. Ne scegliemmo solo 10 per non mettere troppa carne al fuoco. (Se vuoi vedere le proposte di legge vai su: http://www.jacopofo.com/node/3412)

Ci vorrebbe poco a selezionare 50 disegni di legge già scritti e presentati e dire: nei primi 15 giorni di governo li approveremo tutti in un unico pacchetto. B. ci ha insegnato come si fa! Si può fare! Facciamolo!!!!

Io credo che una coalizione che si presenti con un programma fatto di banalità indispensabili, dettagliato alla virgola, con la data di scadenza, senza politici di professione, oggi potrebbe raccogliere voti a sinistra e a destra, unendo finalmente gli italiani che vogliono iniziare a vivere in un paese normale, dove le cose funzionano.

Che ne pensi?

Se ti piace questa idea aiutami a farla conoscere.

Mi pare che domani sera, alle 21 ci sia una riunione della tua sezione.

Abbiamo vinto se riesci a far approvare una mozione a favore delle primarie di coalizione (a questo proposito, ottima l’iniziativa de Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/19/primarie-le-facciamo-noi/51239/), di liste composte da candidati provenienti dalla società civile e con un programma elettorale fatto di leggi già scritte e già presentate in Parlamento che ci si impegna ad approvare entro 15 giorni.

Se molte sezioni del Pd, dell’IDV, della sinistra extraparlamentare, di Grillo e altre entità di base approveranno questa risoluzione potremo sperare che cambi veramente qualche cosa.

Mi sembra l’unica possibilità. Improbabile, non impossibile. Certo sarebbe necessario che migliaia di persone decidessero improvvisamente che se vogliono dei partiti diversi devono farseli da soli.

Ed è sicuro che è così. Nessun leader miracoloso verrà a salvarci regalandoci partiti perfetti.

In fondo il ’68 è successo perché abbastanza persone si sono svegliate una bella mattina e si son dette: “Se po’ fa!”

Buon “se po’ fa” a tutti.

PS

Sulle enormi potenzialità che avrebbe una lista elettorale che unifichi la società civile e il pololo dei progressisti ti rimando alla lettura della bellissima lettera-appello di Michele Dotti: “I have a dream: il partito del buon senso. Ho fatto un sogno, è meraviglioso e non intendo più svegliarmi.”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/27/i-have-a-dream-il-partito-del-buon-senso/44603/

Legal…mente – Crescere per far crescere

Le scuole del 1° e 2° circolo di Nova Milanese, con il patrocinio del comune stesso presentano delle serate a tema dedicate ai genitori della scuola primaria e dell’infanzia.

Gli interlocutori sono di prim’ordine, a partire da Piercamillo Davigo, la Prof.sa Stefania Crema e don Antonio Mazzi.

 La legalità tanto vituperata in questo periodo di scandali e attacchi istituzionali alla Magistratura. Ma chi ha ragione? Quale il comportamento che dobbiamo avere? E perché? E cosa stiamo insegnando ai nostri figli? Quando saranno grandi come si comporteranno loro? Quale sarà il loro pensiero? Parliamone.

 

Presentazione degli incontri

 

Calendario degli incontri

L’acqua un bene prezioso

Nova Milanese, 12 Febbraio 2010
Ieri sera alla scuola media di via Biondi ho partecipato a una mostra interattiva di sensibilizzazione sul valore importantissimo dell’acqua per l’uomo.

La mostra curata dal PIME e patrocinata dal comune di Nova Milanese è stata presentata dall’assessore Longoni Rosaria, che ha colto l’occasione per informare i presenti di una futura installazione della “casa dell’acqua”.

 

 Casa dell’acqua a Lorenteggio

Iniziativa lodevole che permetterà ai cittadini di conoscere meglio “l’Acqua del Sindaco”.

Ma cosa sono la “casa dell’acqua” e “l’acqua del sindaco”? Facciamo qualche considerazione e cerchiamo di capirlo.

Gli italiani sono purtroppo in cima alle classifiche per il consumo dell’acqua in bottiglia. Pensate: l’acqua alla fonte viene imbottigliata in conteniitori di vetro (pochi) e plastica (molti). Successivamente viene trasportata su strada fino ai grandi magazzini dove il cittadino provvede all’acquisto e se la porta fino in casa.

Questo ciclo produce tanta plastica (seppure da tempo abbiamo cominciato a riciclarla) e un enorme consumo di energia prodotta dalla combustione di prodotti fossili (Gasolio da autotrazione per dirla terra-terra). L’acqua parte da sud e finisce al nord e dal nord finisce al sud, dal centro va in tutte due le direzioni e produce inquinamento.

Inoltre è da considerare il controllo fatto sulla bontà dell’acqua. Se qualche volta avete letto le date delle analisi sulle etichette incollate alle bottiglie, avrete notato come risalissero a molto tempo prima di quando l’avete acquistata. E questo è perfettamente legale. Ma nessuno è in grado di garantire che l’immagazzinamento, il trasporto e lo stoccaggio temporaneo preservi l’acqua delle bottiglie da eventuali fonti di luce o di calore (immaginatevi ad esempio l’autotreno che trasporta le bottiglie infilato in una bella coda sotto il sole d’estate).

Ma noi riusciamo counque a farci convincere dalla pubblicità a comprare questa acqua in bottiglia, mentre dal nostro rubinetto sgorga direttamente vicino alla nostra tavola e per di più controllata giornalmente. Bene, questa è “l’Acqua del Sindaco” che tra l’altro ci costa circa 1/1000 circa di quella in bottiglia (Non ho sbagliato, ho scritto proprio un millesimo).

In un prossimo futuro (l’assessore non ha fornito date precise) il comune di Nova Milanese, sulla scia di tanti altri che lo hanno già fatto, installerà una “Casa dell’Acqua”. Questa “Casa” funzionerà come un distributore a cui ognuno potrà approvvigionarsi per fornirsi di acqua refrigerata e anche addizionata di CO2 (per chi preferisce quella gasata).

Cittadini fanno rifornimento

E per continuare sulla strada del risparmio è stato annunciato che anche nelle mense scolastiche ci si sta avviando all’uso delle caraffe d’acqua corrente in sostituzione delle bottiglie da mezzo litro.

E noi cosa aspettiamo a cambiare abitudini?

Alla prossima puntata qualche riflessione sulla recente legislazione che obbliga i comuni a privatizzare il servizio che riguarda l’acqua. A dir poco anacronistico.

Forze armate privatizzate

Forze armate e privatizzate

di Gianluca Di Feo

Tutta la gestione della Difesa passa in mano a una società per azioni. Che spenderà oltre 3 miliardi l’anno agli ordini di La Russa. Così un ministero smette di essere pubblico (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&id=00395768&part=doc_dc-articolato_ddl-art_a2dss&parse=no)

Le forze armate italiane smettono di essere gestite dallo Stato e diventano una società per azioni. Uno scherzo? Un golpe? No: è una legge, che diventerà esecutiva nel giro di poche settimane. La rivoluzione è nascosta tra i cavilli della Finanziaria, che marcia veloce a colpi di fiducia soffocando qualunque dibattito parlamentare. Così, in un assordante silenzio, tutte le spese della Difesa diventeranno un affare privato, nelle mani di un consiglio d’amministrazione e di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento, senza trasparenza. La privatizzazione di un intero ministero passa inosservata mentre introduce un principio senza precedenti. Che pochi parlamentari dell’opposizione leggono chiaramente come la prova generale di un disegno molto più ampio: lo smantellamento dello Stato. “Ora si comincia dalla Difesa, poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità, all’Istruzione, alla Giustizia: non saranno più amministrazione pubblica, ma società d’affari”, chiosa il senatore pd Gianpiero Scanu. Continua a leggere

Gelo con il fisco

Cala il gelo tra Gamna e il Fisco. L’avvocato Emanuele Gamna non ha raggiunto nessun accordo con l’agenzia delle Entrate su come sistemare la parcella da 15 milioni di euro ricevuta in nero da Margherita Agnelli per assisterla nella querelle sull’eredità del padre Gianni.

L’avvocato, expartner dello studio Chiomenti, ha messo sul tavolo 10 milioni di euro. Ma la sede milanese del Fisco ha risposto che non sono sufficienti e ne ha chiesti almeno 13. Il mancato accordo ha influenzato anche la vicenda penale, tanto che Gamna invece di optare, come inizialmente sembrava, per un patteggiamento ha chiesto di andare a giudizio con il rito abbreviato. I reati che gli vengono contestati sono omessa dichiarazione e truffa ai danni dello Stato. Da qui all’udienza rimane sempre lo spazio per risolvere la questione con un accordo.

(Walter Galbiati – Affari in piazza – su la Repubblica di venerdì 18 dicembre 2009 – pag. 38)

NoBDay – Milano

C’eravamo anche noi. A Roma centinaia di migliaia di persone. A Milano un po’ meno, ma dal palco messaggi importanti per chiedere le dimissioni di Berlusconi.

Firma l’appello: NIENTE REGALI ALLE MAFIE

Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all’unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l’impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.

Oggi quell ‘impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all’intervento dello Stato.

La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.

Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l’emendamento sulla vendita dei beni confiscati.

Si rafforzi, piuttosto, l’azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S’introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un’Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti “cosa nostra”

don Luigi Ciotti

presidente di Libera e Gruppo Abele

Vai al sito di Libera http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1780

Scarica e stampa l’appello cartaceo e raccogli le firme contro la vendita dei beni confiscati alle mafie

Stanpa_appello_beni_confiscati_definitivo_per_tutti[1]

La banca dei numeri uno

Con lo scudo fiscale del 2001, poi prolungato fino al 2003, sono stati messi in regola circa 78 miliardi di euro. A fronte di questa enorme massa di denaro sono state inviate circa 90 segnalazioni di operazioni sospette, di cui nessuna che riguardava la Sicilia. Le banche hanno evidenziato poco o nulla proprio grazie alle garanzie di anonimato accordate da quella legge. E quindi non e’ stato possibile intercettare il denaro sporco frutto di reati di natura fiscale per i quali era stata accordata la non punibilità…

La puntata di Report del 15 novembre scorso tratta ancora del giro di denaro di questi tempi. Qui di seguito il link per vederlo.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4ad1bd78-197e-45b5-8740-4e6b3da89a59.html?p=0

No B Day – 5 dicembre 2009

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